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Lunghezza e Stile della Tesi

Non esistono regole rigide sulla lunghezza di una buona tesi. Tuttavia, una tesi di 30 pagine farà alzare molti sopraccigli, così come una di 1000 pagine.

Per una tesi di Laurea Magistrale la lunghezza raccomandata è fra 100 e 300 pagine, considerando che oltre al vostro contributo propriamente detto, saranno presenti molti elementi “di contorno”. Per una tesi di Laurea Triennale la lunghezza raccomandata è tra le 50 e le 70 pagine. Non sentitevi comunque obbligati a rientrare in questi limiti: semplicemente, preparatevi a rispondere a obiezioni come “la tal parte è assente o poco sviluppata” (in caso di tesi inopportunamente breve) o “il candidato manca di capacità di sintesi” (in caso di tesi inutilmente lunga). Sta al candidato decidere quale sia il giusto compromesso fra capacità di analisi e capacità di sintesi, e decidere di conseguenza cosa è necessario e sufficiente dire per difendere efficacemente il suo contributo. La congruità di questa scelta costituisce parte della valutazione della tesi stessa. L’esperienza dimostra che il candidato è talvolta portato a credere che scrivere di più sia sempre meglio: agli occhi di molti commissari ciò è falso. Se avete materiali addizionali, che possono servire da riferimento, questi possono essere inclusi in un’appendice da consultare solo in caso di necessità. Inutile diluire il sapore del vostro contributo in un brodo troppo allungato. Nella maggior parte dei casi, il codice sorgente o i dati grezzi di una raccolta possono essere resi disponibili separatamente (per esempio, su supporto ottico o come allegati alla tesi elettronica) e non necessitano di essere riprodotti, a stampa, come parte della tesi stessa. Dall’altro lato, un’eccessiva sintesi può andare a discapito della chiarezza dell’esposizione o della completezza del trattamento del problema o della descrizione dello stato dell’arte. Un semplice elenco di riferimenti bibliografici non è una rassegna, che richiede invece la loro presentazione e discussione critica.

Se sentite crescere in voi la tentazione di ricorrere a trucchi “tipografici” per gonfiare la dimensione della tesi, resistete. Una tesi scritta in corpo 14 con interlinea tripla e margini da latifondo manda un chiaro messaggio a chi la legge: “io non ho niente da dire”.

Un laureando in Informatica o in Scienze Umanistiche non dovrebbe avere necessità di particolari consigli riguardo allo stile di scrittura. Ricordate soltanto che una Tesi di Laurea è un documento formale a carattere scientifico: idealmente, ogni giudizio va sostenuto con una argomentazione; i fatti vanno presentati pianamente, e le opinioni personali (che certamente possono essere espresse) vanno distinte dai dati di fatto, come verificati dall’esperienza, e dal consenso della comunità di studiosi di riferimento, come comprovato dall’analisi della letteratura. Al di là delle differenze individuali, lo stile può oscillare fra la facondia più appassionata e il più asciutto resoconto fattuale, ma deve comunque mantenere un carattere adeguato a un documento formale di carattere scientifico. Vanno in particolare evitate le espressioni iperboliche, i resoconti troppo personali, lo stile “caro diario”, gli errori sintattici e ortografici. La correttezza formale della tesi (ortografia e grammatica, stile e rigore scientifico della scrittura, ecc.) è un parametro fondamentale per la valutazione della sua qualità.

Non sempre il correttore ortografico è vostro amico. Non c’è nessun sostituto per una buona rilettura “a freddo” della tesi prima della consegna, quindi riservatevi qualche giorno per questa operazione. La maggior parte dei relatori, correlatori, controrelatori e commissari di laurea preferirebbe non dover leggere in una tesi errori ortografici o sintattici, frasi logicamente poco coese o affermazioni poco probabili.